| Il Punto sul Napoli: Lavori in corso in casa azzurra “Ci scusiamo per il disagio, stiamo lavorando per voi” Crisi d’indentita’ per la formazione partenopea.
Il cambio di modulo, una prestazione incolore dei giocatori azzurri, alcune scelte e sostituzioni effettuate da Reja, permettono ai toscani di vincere meritatamente il match, facendo piombare la squadra azzurra in una crisi di identità deleteria per il suo futuro.
“Finalmente un nuovo modulo del Napoli” esclamano i tifosi azzurri, dopo un reiterato e contestatissimo 3-5-2, che è stato utilizzato dall’inizio del campionato in corso. Era ora che Reja proponesse un modulo più spregiudicato ovvero il 4-3-2-1 da molti invocato per assistere ad una partita degli azzurri dove gol, vittoria e spettacolo ripagassero il popolo partenopeo dopo molte partite disputate all’insegna del non gioco.
“Andiamo tutti al San Paolo” era stato il passaparola durante la scorsa settimana: “Il nostro Presidente, avendo capito il particolare momento degli azzurri, ha ridotto, sensibilmente, i prezzi dei biglietti, così potremo assistere ad una bella partita del Napoli”.
Ed infatti, il San Paolo, al fischio di inizio del Sig. Mazzoleni, arbitro dell’incontro, presenta un colpo d’occhio stupendo con cinquantamila entusiasti tifosi pronti a traghettare il Napoli verso un convincente successo che ha il significato di una svolta radicale sul piano del gioco e della personalità, componenti identificative di un grande complesso in linea con le ambizioni della Società, mirate ad avere una squadra competitiva nel campionato italiano e pronta ad entrare nel gota del calcio europeo. E’ chiaro che un cambio di modulo richiede un certo tempo affinché venga metabolizzato dai giocatori, ma è pur vero che un nuovo assetto tattico non può prescindere dalla massima collaborazione da parte di tutti i calciatori per far fronte a quegli inconvenienti derivanti da una nuova disposizione sul rettangolo di gioco. Oltre alla dovuta collaborazione, ci vuole entusiasmo, impegno e capacità nel leggere la partita ogni qualvolta gli avversari non permettano l’applicazione di quegli schemi di gioco studiati ed applicati in allenamento. Schemi? Determinazione? Tentativo di applicare un pressing sugli avversari? Osservare la posizione in campo assegnata dall’allenatore? Mantenere la squadra unita, abbastanza corta ed, in virtù dello schieramento che prevede due attaccanti alle spalle della punta centrale oltre agli eventuali inserimenti di Hamsik, proporsi in avanti con convinzione e determinazione? Ebbene, niente di tutto ciò si intravede nel corso della partita. Entusiasmo? Si, tanta allegria, entusiasmo e fiducia nello svolgimento di una gran bella partita, non da parte dei giocatori partenopei, ma del meraviglioso pubblico accorso a Fuorigrotta.
Reja deve fare a meno dello squalificato Contini e degli infortunati Cupi, Garics e Iezzo. L’Empoli non può contare sull’apporto di Vannucchi, squalificato. La difesa a quattro del Napoli vede la presenza di due centrali: Cannavaro e Domizzi impegnati in una disputa nel primeggiare per ottenere la “palma” di difensore determinante alla sconfitta del Napoli. Domizzi, sempre meno tempestivo nelle chiusure, è il lontano “parente” del giocatore ammirato in un recente passato. Cannavaro sciorina un magistrale e spettacolare “colpo ad effetto” forse mai ammirato sui campi della serie A italiana: un tentativo di colpo di tacco, nell’area napoletana, per intercettare un cross di Buscè che, invece, raggiunge lo smarcato Pozzi: non fallisce l’attaccante empolese e riporta in vantaggio la sua squadra con un preciso sinistro.
Come laterali difensivi vengono schierati Grava e Savini che si limitano ad ammirare come si interpreta il ruolo, assegnato loro da Reja, e svolto molto bene, sull’altro fronte, da Antonimi e Tosto. Grava, in particolare, non può fare a meno di complimentarsi con Giovinco allorquando il fantasioso trequartista toscano si presenta nei suoi paraggi, infatti il calciatore dell’Empoli che ha messo in difficoltà l’intera retroguardia azzurra ha evitato al difensore azzurro la possibilità di commettere un qualsivoglia fallo intenzionale che avrebbe potuto essere sanzionato dall’arbitro con il cartellino, saltando, sistematicamente il giocatore partenopeo con una facilità disarmante. La lezione impartita da Giovinco, invece, non è stata recepita dagli altri azzurri ed, in particolare da Domizzi che, dopo aver concesso un vantaggio iniziale al fantasista empolese, in fase di contropiede, si accorge che sarebbe meglio tentare di raggiungerlo e quando prende atto che la rincorsa non può sortire alcun effetto, pensa bene di atterrarlo al limite dell’area di rigore. Essendo l’ultimo uomo, in difesa, Domizzi viene espulso e va a fare compagnia al suo compagno di squadra Zalayeta autore, di una singolare espulsione avvenuta nel sottopassaggio durante l’intervallo per uno “scambio di opinioni del tutto particolare” con Piccolo.
Il centrocampo del Napoli è disegnato solo sulla carta perché sul rettangolo di gioco nessuno si è accorto della presenza dei centrocampisti azzurri e la squadra empolese, incredula, ha giostrato a suo piacimento in quella zona nevralgica del campo. Troppo distanti, tra loro, Hamsik, Pazienza e Blasi, osservato più come giocatore di fascia destra che come intenditore centrale. Discreta la prova di Mannini, restituito nel suo ruolo naturale e commovente l’impegno di Lavezzi, unico giocatore azzurro a non mollare mai fino al 94’. Triste e rassegnato, il Pocho, ha visto vanificare il suo costante impegno fatto di continuo movimento, finte, dribbling, precisi appoggi verso i compagni ed un perfetto cross che ha consentito a Mannini di realizzare la sua prima rete nel Napoli. Eloquente l’espressione sul viso di Lavezzi al termine del match. Questo modulo prevede la presenza di una punta centrale ma, evidentemente, Zalayeta non lo ha capito e continuando a ripiegare indietro, fa mancare un punto di riferimento, per i giocatori azzurri, al centro dell’area avversaria. Il Panteon, evidentemente, ha pensato di dover ancora apprendere come si posiziona una punta centrale con il 4-3-2-1 e decide di farsi espellere per poter studiare bene il nuovo atteggiamento tattico stando accovacciato all’imbocco degli spogliatoi. Considerando che Sosa può essere utilizzato per una parte della partita e che Zalayeta, per indisponibilità oppure per varie squalifiche, non ha un sostituto, bisognerebbe recuperare Calaiò. Il recupero dell’Arciere deve avvenire, in primis, sotto l’aspetto della fiducia che Reja dovrebbe, rivedendo la sua posizione, manifestare nei confronti del giocatore e poi con un pieno utilizzo dal primo minuto di gioco. Del resto il nuovo modulo, potrebbe subire una lieve variante e passare dal 4-3-2-1 al 4-3-3 con l’impiego di tre attaccanti tecnici, veloci e rapidi negli spostamenti e nei movimenti quali Mannini, Calaiò e Lavezzi. Il centrocampo non può prescindere dall’utilizzo costante di Hamsik, un giocatore imprevedibile che assicura una stabilità del reparto in fase di circolazione di palla, di aperture illuminanti verso i compagni di squadra e di finalizzazione della manovra. Stesse considerazioni, ma con diverse motivazioni, per Gargano, un centrocampista in grado di catturare un’innumerevole quantità di palloni e quindi garantire alla squadra un efficace filtro e pronte ripartenze. In difesa, Canavaro avrebbe bisogno di un po’ di riposo con conseguente riflessione per ritornare ad essere utile come nella prima fase del campionato. Il ritorno di Contini e l’impiego di Santacroce dovrebbero conferire alla difesa una maggiore impenetrabilità.
“Lavori in corso in casa Napoli . Un famoso cartello esposto sui marciapiedi delle nostre città durante le varie opere di manutenzioni al livello stradale, recita: “Ci scusiamo per il disagio, stiamo lavorando per voi”. I tifosi partenopei, in un recente passato, hanno subito disagi in quantità non corrispondente alla loro grande passione verso i colori azzurri, per cui ora sperano che i “lavori” terminino nel più breve tempo possibile: la “zona calda” della classifica è a ridosso dell’attuale posizione del Napoli quindi, anche in vista della doppia ravvicinata trasferta a Livorno ed a Genova, i calciatori partenopei devono trovare un equilibrio tattico, una serenità ed uno stato psicofisico che permetta loro di superare questo periodo catalogabile come il più problematico nell’attuale campionato.
Vincenzo Vitiello
fonte: goal.com/it
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