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Le maglie storiche del Napoli

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fabioarte
view post Posted on 5/12/2008, 02:39 by: fabioarte     +1   -1




LE MAGLIE STORICHE DEL NAPOLI
1981/82


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Quella del 1981/82 è la prima maglia azzurra con lo sponsor, Snaidero. La maglia dal tessuto acrilico ha il numero in cotone cucito a zig-zag, mentre lo sponsor tecnico è “Ennerre”. Una maglia storica che ricorda l’ingresso ufficiale dell’economia nel mondo del pallone o viceversa. Il Napoli aveva due grandi calciatori, il portiere Castellini e il libero olandese Rudy Krol accompagnati da una serie di buoni elementi come il difensore arcigno Bruscolotti, il metronomo Vinazzani e i fantasisti Musella e Palanca. L’allenatore era Rino Marchesi che dopo aver sfiorato lo scudetto l’anno prima piazzandosi terzo con il Napoli, terminò l’esperienza azzurra con un quarto posto prima di passare all’Inter. Corrado Ferlaino racconterà molti anni dopo che Marchesi si accordò con l’Inter alcuni mesi prima della fine del torneo, ma la squadra andava comunque forte e decise di fingere di non sapere. Il mondo del pallone nostrano era stato appena funestato dal primo scandalo della storia che portò alla retrocessione d’ufficio di Milan e Lazio, oltre a squalifiche di giocatori ed arresti eccellenti. Lo scudetto andò alla Juventus di Trapattoni e dei vari Zoff, Gentile, Scirea, Cabrini, Bettega. Appena un punto dietro la Fiorentina del regista Antognoni, di Ciccio Graziani e del tecnico Giancarlo, detto “Picchio”, De Sisti. Alle spalle la Roma del capocannoniere Pruzzo e del grande mediano brasiliano Falcào e l’Inter di Altobelli e Bagni che finì il campionato a pari punti con il Napoli.



1982/83

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La maglia azzurra della stagione 82/83 è particolare perché è stampato sul petto il simbolo del calcio Napoli, il ciuccio. E' il primo anno dello sponsor "Cirio" che tornerà successivamente e lo sponsor tecnico rimane "ennerre" con tessuto acrilico. Il numero resta di cotone con cucitura "a zig zag".

Gli azzurri in quella stagione cambiarono tanto a cominciare dal direttore sportivo Bonetto che sostituì Antonio Juliano. Ferlaino si scontrò con l’ex mediano azzurro già l’anno prima accettando le pretese economiche di Marchesi che Juliano non voleva concedergli. In realtà, la rottura arrivò perché Juliano stipulò al grande Rudy Krol un contratto in dollari che presto divenne insostenibile per il Napoli, a causa della lievitazione della moneta americana in rapporto con la Lira. Arrivarono l’allenatore emergente Giacomini, esperto in promozioni, e l’argentino Ramòn Diaz, ma gli azzurri si trovarono presto all’ultimo posto e la simpatica coppia Pesaola-Rambone subentrò e salvò il Napoli da una storica retrocessione, portandolo al decimo posto. Erano anni difficilissimi per Napoli a causa di una camorra violentissima che cercò, stando alle dichiarazioni di Corrado Ferlaino, di mettere le mani anche sul club partenopeo per riciclare danaro. Approfittando del delicato momento sportivo della squadra, si organizzavano forti proteste contro la società azzurra e durante Napoli-Roma del ’82, un aereo sorvolò il San Paolo con la scritta “Ferlaino via, Juliano torna”. In seguito si scoprì che il velivolo era stato affittato da alcuni camorristi dell’epoca. Seguirono altre intimidazioni a suon di bombe a Soccavo e casa Ferlaino che lasciò la presidenza, ma non la proprietà, del club per un anno.

Lo scudetto andò alla Roma di mister Nils Liedholm dopo una bella lotta contro la Juve di Platini, che vinse la classifica cannonieri al suo primo anno in Italia. Dino Zoff lasciò il calcio a fine stagione, e mentre il presidente Paolo Mantovani metteva la prima pietra alla grande Samp di Boskov acquistando il 18enne talento Roberto Mancini, iniziava a prendere forma il bel Verona di Bagnoli che finiva il torneo al quarto posto.




1983/84

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Nella Stagione 1983/84 il Napoli cambiò lo sponsor sulla maglia e arrivò la scritta “Latte Berna”. Lo sponsor tecnico “ennerre” conservò il tessuto acrilico e il numero in cotone. In quell’annata gli azzurri non fecero un buon Campionato. La coppia Pesaola-Rambone fu sostituita dall’emergente Santin che trovò presto l’esonero. A salvare il Napoli ci pensò ancora Rino Marchesi ma per un punto appena su Lazio e Genoa. Ferlaino ritornò alla presidenza del suo club e riportò nuovamente Antonio Juliano nelle vesti di Direttore Generale. Fu l’ultimo anno del libero Rudy Krol e arrivò il centrocampista brasiliano Dirceu dal Verona e i giovani Gigi Caffarelli e il secondo portiere Di Fusco. Quel Campionato finì ancora nelle mani della Juventus di Trapattoni nell’ennesimo testa a testa con la Roma di Conti e Falcao. Platini si confermò capocannoniere davanti al brasiliano Zico che brillò subito con la maglia dell’Udinese. Giovani talenti si misero in luce come il portiere dell’Inter Walter Zenga e l’ala danese della Lazio Michael Laudrup, mentre due dirigenti confermavano la loro stoffa anno dopo anno: Luciano Moggi con il Torino e il giovanissimo Pierpaolo Marino dell’Avellino.

1984/85

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Nella stagione 1984/85 il Napoli cambia lo sponsor tecnico. La maglia è firmata “Lineatime” e il tessuto è di cotone e lana. Il logo Napoli, la sigla Lineatime e il main sponsor “Cirio” sono cuciti a mano così come il numero che è in pelle. Il colletto è sempre a V con righe blu e bianche come per la maglia 1983/84. La seconda maglia resta bianca con il colletto a righe bianche e azzurre.

Una maglia storica perché ricorda l’arrivo a Napoli di Diego Armando Maradona, l’uomo che cambiò la storia del club azzurro. Ferlaino quell'estate voleva fare il salto di qualità o uscire dal Napoli e il dg Juliano cercò il brasiliano Socrates, considerato una stella del calcio, ma la Fiorentina soffiò l’attaccante agli azzurri. L’episodio si rivelò un colpo di fortuna eccezionale perché il brasiliano non si ambientò in Italia e soprattutto perché permise al club di investire su Maradona. Dopo una trattativa lunga e ricca di colpi di scena, il club azzurro si aggiudicò il campione nonostante il contratto fosse stato firmato alle due di notte, alcune ore dopo la chiusura del calciomercato. Successivamente Ferlaino dichiarò che solo grazie al Banco di Napoli e alla spinta dei politici sul consiglio di amministrazione dello stesso, vennero fuori i 13 miliardi delle vecchie Lire necessari per concludere l'affare. Oltre a Maradona il Napoli acquistò il mediano Bagni, la punta Bertoni e richiamò il tecnico Marchesi, ma gli azzurri finirono il torneo all’ottavo posto nonostante le 14 reti di Maradona.

Lo Scudetto andò al sorprendente Verona di mister Bagnoli ed arrivarono altri campioni stranieri in Italia più o meno fortunati come Rumenigge all'Inter, Junior al Torino, Hansi Muller al Como, il danese Elkjaer, decisivo per il titolo del Verona.


1985/86

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La maglia 1985/86 è in tessuto acrilico con sponsor tecnico “ennerre”. E’ il primo anno dello sponsor “Buitoni” sulla maglia. Il logo del Napoli è verniciato, mentre il numero, a zig-zag, e il logo “ennerre” sono cuciti. La seconda maglia resta bianca con lo sponsor “Buitoni” di colore rosso, mentre la maglia del portiere è rossa con bordi neri.

Calcisticamente questa maglia ricorda il secondo anno di Maradona a Napoli. Dopo aver visto all’opera il fuoriclasse argentino, Ferlaino capì che si poteva seriamente puntare al titolo e gettò le basi per l’undici tricolore dell’anno successivo. Affidò la direzione generale del club ad Italo Allodi, il numero uno del calcio italiano, e gli affiancò un giovane di belle speranze che ad Avellino aveva lavorato molto bene, come Pierpaolo Marino. La panchina fu affidata a Ottavio Bianchi e con lui arrivarono in squadra il portiere campione d’Italia Garella, il libero Renica, e il bomber laziale Giordano. Gli azzurri finirono al terzo posto a sei punti dalla Juve campione e furono decisivi per gli azzurri i troppi pareggi con le piccole. Il romanista Pruzzo fu il capocannoniere mentre si affacciava al mondo del calcio Silvio Berlusconi che rilevò il Milan da Farina.
 
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7 replies since 5/12/2008, 02:23   10217 views
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